La ferrovia Roma nord

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289-Viterbo fattie misfatti nel mondo della Ferrovia Roma Nord

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Viterbo fatti e misfatti nel mondo della Ferrovia Roma Nord

di Gianfranco Lelmi

 

La notte del primo maggio 1945 Tos. Gin. subiva alla stazione di Viterbo il furto di una scarpa, mentre a Ros. Fra., veniva sottratta una valigia con effetti “d’uso”del valore di lire 30.000, mentre si trovavano alle ore due della notte dormienti in attesa dell’alba, sul treno della Ferrovia Roma Nord fermo alla stazione di Viterbo. Tre individui che stavano nello stesso scompartimento, si allontanavano portando via il maltolto. Le sventurate accorgendosi dell’accaduto, lanciavano l’allarme e gli agenti di P.S. presenti nella sala di aspetto della stazione arrestavano Mag. Seb., nato a Siracusa nel 1922 (senza fissa dimora).

Costui ammetteva, che si recava spesso a Roma per smerciare generi alimentari, di aver conosciuto casualmente durante il viaggio altre tre persone che facevano recapito a Ischia di Castro, negando di essere stato a conoscenza delle loro intenzioni. Inoltre costui era in grado di fornire le generalità soltanto di uno dei tre, cioè di Bas. Nic. nato a Trieste nel 1913. Inutili risultavano le ricerche per individuare gli altri due. Il Mag. Seb. raccontava inoltre che uno dei suoi compagni lo invitava a prendere l’altra scarpa, rimasta nello scompartimento del treno. A quel punto gli rispondeva “che sei pazzo?” Il Bas., indicato dal Mag. quale responsabile del furto, non veniva rintracciato nel suo recapito di Ischia di Castro. Gli altri due restavano irreperibili.

Nel dibattito processuale non emergevano elementi a carico di Mag. Seb.. In dibattimento il P.M. dichiarava che l’impresa delittuosa lasciava presumere che era stata concertata in comune. Questo elemento presuntivo, aggiungeva il P.M., è contrastato dal successivo comportamento del Mag. che si attardava nella sala d’aspetto, quando avrebbe avuto la possibilità di eclissarsi insieme con gli altri, inoltre forniva le generalità di uno dei compagni cooperando con gli agenti di P.S. per il rintraccio dei medesimi in Ischia di Castro.

Essendo esclusa la sua partecipazione materiale, proseguiva il P.M., mancano gli estremi del concorso morale. Come si affermava nel verbale della Procura di Viterbo, la prova della colpevolezza del Bas., è “raggiunta”, poiché facente parte del gruppo dei tre, i quali compivano il furto rendendosi irreperibili. Inoltre in base all’articolo 625 del c.p., punto 5/6 ricorrono le aggravanti per aver commesso il furto con più persone su bagagli appartenenti a viaggiatori di una stazione ferroviaria.

Il Bas. Nic, veniva dichiarato colpevole di furto con l’aggravante della destrezza (art. 625 c.p. punto 4) cioè con abilità e sveltezza. La condanna veniva definita in anni tre di reclusione e veniva comminata una multa lire 3.000. Il Mag. Seb., veniva assolto dal reato a lui ascritto per insufficienza di prove, mentre non si poteva procedere a carico degli altri, poiché rimasti sconosciuti.  

 

 

 

 

 

 

Nr. 327/45 Reg. Gen. Sentenza nr. 288

2019.01.31