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DSCN0485

Treni abbandonati a Vado Falcone (Fabrica di Roma)

 

UN CASO DI AFASIA

 

di Gianfranco Lelmi

 

Quello che ha scatenato il putiferio è stato un fattore di ermeneutica, cioè l’aver parlato di amianto.

Nell’articolo: “La Regione non risponde…..” si riportavano esattamente dette parole: “Raccontano che qualche ferroviere andato in pensione è deceduto dopo due anni (dall’inizio pensione) a causa dell’amianto presente nei Tibbs”. “Altri ferrovieri, raccontano, sono andati prima in pensione per aver lavorato su questi convogli (con amianto); ora aver parcheggiato circa 20 convogli Tibbs a Fabrica di Roma non costituisce un pericolo per gli abitanti? I tetti di detti convogli si stanno sfaldando”.

Nel successivo articolo: “Quel silenzio assordante” si affermava: “E’ ovvio, dicono gli abitanti del posto, che detto materiale è pieno di amianto ubicato all’interno dei convogli, per coibentare e isolare i vari scompartimenti”. Pertanto da quanto esposto è ben evidente che non si affermava che nei convogli fermi in località Vado Falcone a Fabrica di Roma c’era l’amianto, si riportava esclusivamente quanto dichiaravano i ferrovieri e la gente del posto.

Eppure il Comitato Trasporti Storici di Roma e Lazio, dichiarava quanto segue: “L’autore asserisce che sui treni storici del tipo TIBB ricoverati presso il raccordo ferroviario di Fabrica di Roma sia presente l’amianto”.

Dopo aver confutato che la citata affermazione era affetta da afasia, la menzionata asserzione veniva emendata dagli autori e/o autore di detto Comitato sul loro sito, non  su qualche testata telematica.

 

 

 

14.02.2018