Un capolavoro lungo 102 chilometri
di Gianfranco Lelmi
La Ferrovia Roma Nord che per affezione mi ostino a
chiamare così, anche se molti oggi la chiamano
Ferrovia Roma Civita Castellana Viterbo,
rappresenta per tanti pendolari e gran parte dei
viaggiatori occasionali un mezzo di trasporto
vecchio, inadeguato, inutile e maledetto. Molti
credono che la ferrovia Roma Nord per collegare Roma
con Viterbo, è frutto di un artificio per avere il
finanziamento dello Stato, poiché superava i 102
chilometri. Non sanno che il collegamento diretto
Roma Viterbo esisteva già, tramite la Roma –
Capranica – Viterbo e che la Roma Nord aveva in
particolare lo scopo di collegare il maggior numero
di paesi della Tuscia.
Non tutti sanno che é ancora oggi utilissima per chi
abita a Roma Nord. E’ vero che impiega due ore e 37
minuti da Viterbo a Roma, al contrario le Ferrovie
dello Stato impiegano mediamente 1 ora e 48 minuti
(alcuni treni 2 ore e 18 minuti) per giungere a Roma
Aurelia, poi per arrivare a piazzale Flaminio,
occorre aggiungere circa altri 30 minuti.
Eppure per chi non lo sa, è un capolavoro di
ingegneria che grazie ai suoi realizzatori, l’ing.
Angelelli, poi l’ing. Joniaux, ed infine l’ing.
Besenzanica, è ancora importante per i collegamenti
interni della Tuscia e di Roma con l’Alto Lazio. Per
raggiungere la Capitale da Civita Castellana, da
Sant’Oreste e tutti gli altri paesi posti lungo la
Flaminia, il treno impiega meno tempo della corriera
e dell’auto, per non parlare poi al mattino presto
quando la Flaminia è intasata di traffico e gli
incidenti stradali si susseguono a cadenza quasi
giornaliera. Anche per arrivare da Civita Castellana
a Viterbo il treno è sicuramente il mezzo vincente
rispetto all’auto ed alla corriera, specialmente in
inverno, quando la strada dei Monti Cimini è spesso
ghiacciata. L’unico grosso inconveniente per gli
utenti di questa ferrovia, è che spesso saltano le
corse dei treni, per carenza di personale di
macchina, per mancanza di convogli o guasti al
materiale rotabile.
Così la gente si disaffeziona a questo mezzo, causa
un cadenzamento irregolare delle corse. Inoltre la
concorrenza assurda del COTRAL che fa partire i suoi
mezzi alle stesse ore dei treni, produce nei
viaggiatori un grande disorientamento. Ma torniamo a
parlare della “nostra” ferrovia. E’ grazie all’idea
originale per l’epoca, dell’ing. Besenzanica di
portare il capolinea di Roma della linea, da Piazza
della Libertà a Piazzale Flaminio, facendo passare
il treno in galleria per una lunghezza di 2.080
metri, che ancora oggi questo treno cammina. Si
salvò così dalle grandi opere di smantellamento del
trasporto su rotaia cominciato a Roma negli anni 30.
La realizzazione della galleria che da Piazzale
Flaminio giunge alla stazione dell’Acqua Acetosa,
era a semplice binario, presentando, come racconta
nel suo libro l’ing. Angelo Curci: “Il treno della
Tuscia”, notevoli difficoltà per la natura dei
terreni attraversati. La presenza di terreno
argilloso, dopo circa 1500/1600 metri da piazzale
Flaminio, l’intersecazione con l’acquedotto
dell’Acqua Vergine dopo i primi 500/600 metri di
galleria, la presenza di numerosi cunicoli sotto la
collina di Villa Ruffo, gli strumenti di lavoro
dell’epoca, ne fanno di questo manufatto un’opera
eccezionale per l’epoca. Era la prima linea
metropolitana di Roma.
Ponte
sul fiume Tevere
L’attraversamento del fiume Tevere rappresentò una
notevole difficoltà alla realizzazione del
tracciato. Fu costruito un ponte, formato da cinque
travate di m. 26 di lunghezza e m. 24 di luce libera
in cemento armato per un costo di circa 34.500.000
di lire, contro i 10.000.000 di lire previsti in
origine. Il pietrisco per la costruzione della sede
ferroviaria fu prelevato per la maggior parte dalle
cave di San Valentino nei pressi di Soriano nel
Cimino e nei pressi di Civita Castellana in una zona
di proprietà della ditta Riccioni Giulio fu
Antonino. Ciò lascia ben comprendere quali erano le
difficoltà di trasporto dell’epoca per la
realizzazione dell’opera che veniva compiuta per
mezzo di una locomotiva a vapore Mallet. Non tutti
si rendono conto dell’enorme lavoro che si rese
necessario per costruire questa ferrovia. Gallerie e
ponti non si contano.
Il più famoso è il ponte di Bagnaia che rinforzato
negli anni passati, suscita grande interesse per la
sua architettura ed il suo prodigio di tecnica.
Altri ponti sono quello sul fiume Treja, il ponte
del Cencinello in parte ricostruito, il ponte sul
Marignano, il viadotto della Fornacchia, Gallerie
minori sono quelle di Vignanello, di Vallerano, di
Soriano nel Cimino, di Bagnaia. Da menzionare gli
scavi in trincea nei pressi del Treja e Civita
Castellana. Il costo dell’opera ammontava ad oltre
cento milioni e mediamente erano stati impiegati
4.000 operai. Comunque tutto il tracciato della
ferrovia è un’opera d’arte.
Se osservate attentamente il tracciato dei binari
dalla cabina del macchinista, vi rendete conto che
le curve che il treno percorre, sono state create
appositamente per superare i dislivelli che si
presentano lungo il percorso. I finanziamenti per la
realizzazione dell’opera, allora come oggi, erano
pochi, non si potevano creare grosse strutture. Un
bravo macchinista, benché le curve siano tante, sa
dosare la velocità del convoglio ed il dondolio del
treno, invita il viaggiatore a riposare. Oltre al
pericolo sempre incombente dello smantellamento
della tratta Civita Castellana Viterbo, con la
prospettiva del raddoppio dei binari, da Montebello
a Pian Paradiso, si addensa la minaccia che il
vecchio tracciato scompaia definitivamente. Già
pensano a Morlupo a creare una pista ciclabile sul
vecchio percorso della ferrovia, cosa non facilmente
realizzabile per la presenza di un notevole
dislivello.
Altri vorrebbero raddoppiare la Flaminia utilizzando
il vecchio percorso del treno, aumentando così il
traffico e l’inquinamento. Nessuno pensa che i
vecchi binari, oltre ad avere un valore storico,
potrebbero essere utilizzati dai convogli
ferroviari, in caso di problemi sul nuovo tracciato.
Spostare la vecchia stazione di Morlupo di due
chilometri, a Magliano Romano, equivale a creare
maggiori difficoltà agli abitanti della citata
cittadina.
Il tracciato della ferrovia fu disegnato dal
geometra dell’ing. Besenzanica, Franceasco Paolo
Faggiani e costituisce un’opera d’arte lunga 102
chilometri che va assolutamente ammirata.
27.11.2012
Fonti:
Il treno della Tuscia
Angelo Curci
La via ferrata del Soratte – La Roma Nord
Metro
Si ringrazia inoltre la signora Faggiani per il
materiale oggetto di consultazione
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Stazione di Piazzale Flaminio |
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Piazzale Flaminio - Stazione Acqua Acetosa - Ponte sul fiume Tevere |
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Acqua Acetosa - Ponte sul fiume Tevere - Fermata di Grottarossa |
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Fermata di Grottarossa - Stazione di Prima Porta |
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Fermata di Prima Porta - Villa Livia - Valle Moricana - Torracci |
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Valle Moricana - Stazione di Sacrofano |
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Valle Bagnara - Fermata di Riano |
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Stazione di Castelnuovo di Porto |
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Stazione di Castelnuovo di Porto - Stazione di Morlupo - Capena |
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Stazione di Morlup/Capena - Fermata di Magliano - Valle Lunga |
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Stazione di Rignano Flaminio |
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Stazione di Sant' Oreste - Prato Pantano |
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Fermata di Stabia - Cave di travertivo |
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Fermata di Ponzano - Fiume Treja |
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Fiume Treja - Salita verso Civita Castellana |
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Stazione di Civita Castellana |
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Stazio Castellana di Civita Castellana - Catalano |
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Banditaccia - Fabrica di Roma |
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Stazione di Fabrica di Roma |
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Stazione di Fabrica di Roma - Stazione di Corchiano |
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Comune di Corchiano - Comune di Vignanello |
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Stazione di Vignanello - Ferriere |
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Comune di Vallerano - Comune di Soriano nel Cimino |
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Stazione di Soriano nel Cimino |
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Fermata di Fornacchia - Fermata di Vitorchiano |
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Stazione di Bagnaia - Fermata della Quercia - Viterbo |
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Fermata della Quercia - Viterbo |
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