Chi si appresta a leggere questo scritto, sappia che in esso
vengono riportate le opinioni dell’autore, non si vuole
offendere nessuno, non si vuole parlare di politica o
giudicare l’operato di chicchessia, si vogliono esporre solo
dei fatti che quotidianamente leggiamo sui giornali, che se
attentamente osservati portano il lettore a trarre
determinate conclusioni,
Ecco i titoli che quotidianamente leggiamo sui giornali: “Ma
quali tagli: 12,7 miliardi di nuove tasse” “Si alla stangata
sullo zucchero, prelievi su sigarette, alcol e imballaggi di
plastica”. Il flusso migratorio nel mese di settembre ha
registrato ben 2,280 sbarchi sulle nostre coste, il totale
degli attraversamenti irregolari delle frontiere Ue a
settembre è stato di 17.200 persone. Sono a rischio gli
stipendi degli statali, l’apertura degli asili nido, la
sanità per noi cittadini. Secondo fonte Neodemos,
considerando i dati per il 2015, il numero di persone povere
passa da 4,6 milioni applicando la soglia assoluta ai
consumi, a 8,3 milioni. “Obbligatorio pagare l’assistenza ai
migranti anche senza soldi in bilancio”, raffica di condanne
per i Comuni.
Per chi non lo sapesse, come
si legge su alcuni organi di stampa, “attualmente l’ATAC sta
gestendo in proroga “tecnica” le ferrovie ex concesse tra
cui la nostra. Il contratto infatti è scaduto il 19 giugno
2019 e sembra non sia stata firmata estensione o proroga in
regione Lazio”.
Da quanto esposto, si capisce
ampiamente che i soldi non ci sono e quei pochi destinati
alla ferrovia, come già successo, come in una partita a
carte, prenderanno altre strade.
In tutta questa storia, come viene riportato, il parco dei
rotabili tra Firema ed Alstom era composto da 20
treni, con 18 treni idonei ogni giorno.
Fino al 30 giugno 2019 il totale dei treni era di 56
corse, poi improvvisamente ridotte a 39 a partire dal
nuovo orario in vigore il 16 settembre 2019. Quindi si sono
ridotte 17 corse di treni e 9 corse di bus.
Soppressioni continue ed improvvise sono all’ordine del
giorno. Chi resta fedele alla ferrovia è un eroe poiché sa
che parte e non sa se ritorna. Per la Regione eliminare tale
servizio di trasporto, risulterebbe un risparmio enorme.
Certamente questa riduzione di corse non è dovuta alla
normativa dell’ANFS, come dicono, non ci sono i soldi per
comprare i pezzi di ricambio dei treni, il personale addetto
alle riparazione è insufficiente e lavora in condizioni
estremamente precarie.
Il tutto sembra creato appositamente per far dimenticare la
ferrovia.
Le promesse sono state tante da parte della Regione Lazio a
Rignano Flaminio, Castelnuovo di Porto, Sacrofano, Riano; si
è parlato di milioni di euro pronti ad essere utilizzati. Ma
che si aspetta ad alleviare subito le sofferenze dei
numerosi pendolari, mettendo i soldi per le riparazioni dei
convogli? Lo sanno i nostri politici che molti abitanti di
Morlupo hanno cominciato a vendere le case poiché i
collegamenti con la Capitale cominciano ad essere
impossibili???