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323-Non lamentiamoci se perdiamo il treno

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Regione Lazio, via Giovanni Genocchi angolo via C. Colombo

Non lamentiamoci se perdiamo il treno  (nr. 323)

di Gianfranco Lelmi

 

Ieri 11 dicembre 2019, giornata stupenda, cielo terso, colori intensi. Freddo tanto, a molti

sarebbe piaciuto rimanere a casa al caldo, piuttosto che affrontare la rigida temperatura. Eppure

ne valeva la pena di uscire, alla Regione Lazio si manifestava per la Ferrovia Roma Nord e la

Ferrovia Roma Lido. Le promesse da parte della Regione sono state sempre tante, però i fatti,

la realtà quotidiana, evidenziano “disservizi, disagi, soppressioni, porte rotte, treni sempre meno

affidabili con regolamenti da rispettare”. I partecipanti a questa manifestazione congiunta erano

pochi, molto pochi. Le continue lamentele dei pendolari lasciavano presagire un folto gruppo di

persone. Ma nella realtà si è vista la presenza di alcune decine di utenti del treno. Eppure quei

pochi intervenuti, hanno lasciato il lavoro, utilizzato permessi pur di essere presenti. Qualcuno

veniva da Corchiano, voleva capire cosa sta avvenendo sulla Roma Civita Castellana Viterbo,

un’altra persona veniva da Fabrica di Roma, dopo avere affrontato un viaggio in bus poiché il

treno oramai non esiste quasi più. Una delegazione di rappresentanti saliva negli uffici della

Regione per “conoscere soluzioni concrete da parte della Regione Lazio per viaggiare in

sicurezza, per sapere il piano dettagliato di date e scadenze sull’avanzamento dei lavori”.

Quello che non si riesce a comprendere è la differenza tra il numero delle infinite proteste che

accompagnano il viaggio dei pendolari e l’indifferenza esistente, quando si deve far capire al

vettore che oramai abbiamo raggiunto il culmine di una situazione che potrebbe degenerare da

un momento all’altro. Gli organizzatori dei Comitati pendolari sono sfiduciati nel combattere

una battaglia piena di sacrifici, di ore di lavoro perse e non retribuite, di ore sottratte alla

famiglia, di tempo non utilizzato da dedicare alle problematiche personali, mentre altri pensano

solo ad esprimere contrarietà per i disservizi, senza fare nulla perché finiscano. Se si continua su

questa strada il treno non solo lo perderemo, sparirà presto anche la ferrovia extra urbana. Non

si vuole pagare con biglietti, abbonamenti e 90 milioni di soldi dei contribuenti, un servizio che

non riceviamo.  

GRAZIE signori dei Comitati, per quello che fate.

 

 

 

ferroviaromanord.altervista.org