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329-Manifestare é una forma di ricatto?

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Manifestare è una forma di ricatto? (nr. 329)

di Gianfranco Lelmi

L’incontro in Regione del giorno 11 dicembre 2019 tra Comitati Pendolari e rappresentanti della Regione ha raggiunto in alcuni momenti, toni aspri che hanno rischiato di interrompere il dibattito.

Uno dei componenti i comitati spiegava che le semplici riunioni non hanno portato a risultati concreti pertanto spiegava, è stato deciso di mobilitare un po' di utenti delle ferrovie in modo da far comprendere alla Regione, il disagio causato dai continui disservizi. Il disagio, veniva spiegato, non è quello che si legge sui giornali, è quello che provano i pendolari in carne ed ossa, ogni giorno.

Veniva aggiunto, abbiamo un dialogo, un confronto avviato da tempo. Siamo contenti che la Regione fa, farà investimenti, però la situazione che noi viviamo quotidianamente è di disagio perenne. Siamo contenti che la gara sui treni andrà avanti, anche se i treni non arriveranno domani, questo lo sappiamo.

Vorremmo capire come la Regione intenda affrontare l’emergenza. Proseguiva uno dei presenti, i treni arriveranno nel 2022, nel frattempo cosa “succede”. Si continuerà a buttare i soldi in manutenzioni?

Noi della ferrovia Roma Lido, sapevamo che avevamo cinque treni, della metro, che potevano essere ricevuti dalla Roma Lido, poi sono diventati quattro, poi tre.

Noi dei Comitati sappiamo che la situazione è molto critica, rischia di diventare drammatica, non solo, da problema sociale, sta diventando un problema di ordine pubblico. Voi sapete, continuava l’interlocutore, quando la gente perde il lume della ragione non si controlla più. Noi facciamo fatica ad inquadrare la protesta. La Regione come intende procedere subito per gestire questa fase di emergenza?

Questo vogliamo sapere, non le solite cose che ci fate vedere in queste ultime slides. Il dibattito assumeva toni sempre più “forti”. Noi vogliamo sapere cosa succede domani, poiché il rischio che ATAC ci ha paventato tre anni fa con Rettighieri,  in mancanza di cose certe,  c’è la strada della chiusura.

Proseguiva l’appartenente al Comitato: “Voi siete consapevoli d questa cosa. Si o No?.... Se si, cosa avete intenzione di fare?  Non ricominciamo da Adamo ed Eva. Ci sono una serie di cose che aspettano l’intervento immediato, Noi ci siamo stufati, lo dico con molta determinazione”.

L’intervento della Regione era piuttosto duro: “Anche noi abbiamo molta calma e determinazione…. Il ricatto non mi piace …….[abbiamo portato gente]……. Se lei continua con questo tono, non posso continuare il discorso” La risposta dell’interlocutore era fredda e sintetica: “Siamo in democrazia, portare la gente ad esprimere le proprie idee sotto le vostre finestre è una forma di democrazia. Se voi non l’apprezzate….”.