La ferrovia Roma nord

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Le criticità della ferrovia Roma Nord

 

 

di Gianfranco Lelmi

 

Prima di iniziare a parlare di criticità di questa ferrovia, è bene evidenziare che una stazione capo-tronco come il Flaminio, che “porta” in pieno centro di Roma l’utente, andrebbe maggiormente rivalutata. Nelle città moderne è difficile trovarne una simile.

Un problema nascosto, presente in particolare in questa stazione Flaminio, lo pone in evidenza il bollettino di informazione interno alle RSU del mese di gennaio 2019.

Difatti come accennano le RSU, il personale di stazione, a fronte di un lavoro terminato, è costretto a restare più tempo davanti al rilevatore di presenza per attestare la fine del proprio turno, cosa che potrebbe essere evitata con un riallineamento della smontata del turno di lavoro, garantendo così maggiore sicurezza al personale di servizio ed agli utenti.

Altro inconveniente, come accennato in un articolo precedente, è la pericolosità delle gallerie nella tratta tra Flaminio ed Acqua Acetosa, ove una eventuale problematica all’interno delle stesse, non consentirebbe una rapida evacuazione dei viaggiatori della ferrovia e del personale di servizio che dovrebbero tutti uscire dalla cabina di guida. Ovviamente è inutile parlare degli infiniti passaggi a livello che costringono il personale di macchina ad una continua e stressante condotta di guida, è un problema che tutti conoscono.

A Civita Castellana il discorso diventa più lungo e delicato. Il quasi totale abbandono della stazione, costringe i viaggiatori diretti a Viterbo a recarsi a Catalano. Difatti ben dieci treni ed un bus partono da Catalano per Viterbo: “6,066,337,409,1510,4012,45 (bus) – 15,31 - 16,5818,2620,08 - 21,15”, mentre parte da Civita Castellana per Viterbo un solo treno: “12,22”.

Da Viterbo per Catalano partono10 convogli: “4,506,207,247,54 9,0310,30 -13,5014,25 (bus) – 16,4820,01, solo due treni 14,50 – 18,16” raggiungono Civita Castellana.

Qualcuno parla che per non interrompere il traffico automobilistico all’interno della cittadina, si è preferito spostare il maggior flusso ferroviario a Catalano, benché non vi sia biglietteria, sala d’aspetto, servizi e si trovi a circa tre chilometri da Civita Castellana. Eppure per il passaggio di ogni treno, il traffico stradale viene interrotto solo per due minuti. Altro punto dolente per gli utenti sono le stazioni di Montebello e Catalano (chiamati punti di rottura). Ovviamente come giustificativo c’è la puntualità dei treni. Se un convoglio proviene da Viterbo e ritarda, ciò non si ripercuote su tutta la linea. In questo caso lo sfortunato viaggiatore deve attendere il treno successivo. Cioè un viaggiatore che proviene da Viterbo ed arriva a Catalano alle ore 21,04, perde il treno delle ore 21,05, non arriverà mai a Roma, dovrà dormire a Catalano. Un discorso meno grave accadrà per l’utente che avvalendosi della ferrovia da Viterbo ed arrivando a Catalano alle 15,58, in ritardo, non potrà mai prendere il bus delle ore 16,00, per continuare il viaggio dovrà aspettare le ore 18,20. Questi esempi potrebbero essere elencati numerose volte. Certamente l’utente della ferrovia, con questi presupposti, viene scoraggiato a viaggiare con il treno.

 

       

Foto On.le Mauro Rotelli. Sottopasso nei pressi della Casa del Duca, durante i lavori di costruzione ed a realizzazione avvenuta

Altra nota dolente è la complanare tra Catalano e Fabrica di Roma, sono stati spesi 11 milioni di euro per realizzarla, per velocizzare i treni, togliendo numerosi passaggi a livello, però i pali di sostegno della ferrovia risalgono alla filo-ferro-tramvia del 1913 e per non strappare il filo della linea di contatto, debbono contenere la velocità anche sui rettilinei.

Non è stato neanche inaugurato il sottopasso stradale nei pressi di Corchiano (casa del Duca), per far evitare il passaggio a livello ed ecco che è divenuto impraticabile a causa delle piogge. La stazione di Bagnaia, benché si trovi tra due passaggi a livello è impresenziata, il degrado e l’incuria si stanno impadronendo di questa struttura.

Inoltre la distanza tra gli assi dei convogli, nella tratta tra Corchiano e Viterbo, causa i raggi di curva, fa rallentare i convogli, con problemi ai bordini delle ruote e consumi delle rotaie.

La stazione di Viterbo, oramai si presenta in condizioni miserevoli da parecchio tempo per la precarietà di una pensilina che non permette l’utilizzo di un binario. La mensa dei ferrovieri è fuori uso da anni. Le continue soppressioni delle corse, con la concorrenza spietata del Cotral destinano questa ferrovia, nella tratta Civita Castellana Viterbo, ad una chiusura certa.

             

       Stazione di Bagnaia                                                                Stazione di Viterbo          

                                                                                                                    (pensilina pericolante)                       

2019.02.13