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Il fischio del trenino

 

di Elisabetta Lelmi

 

Sembra strano, al mattino presto quando il contadino, l’impiegato che abitano nella campagna viterbese debbono alzarsi per andare a guadagnarsi il pane, sentono con nostalgia il fischio del trenino della Roma Nord che già all’alba ha “cominciato a lavorare”.

Sembra dire a tutti, alzati che è giorno, io ho già cominciato.

Poco prima della vecchia stazione della Quercia un sibilo acuto, che si sente fino a Viterbo, segnala la sua presenza. Poi a Bagnaia, al passaggio a livello, altro fischio che sembra dire, eccomi anche oggi sono arrivato. A volte, poco prima della stazione di Bagnaia, sembra dire ai passeggeri in attesa alla stazione, preparatevi, sto arrivando.

Qualche macchinista, quando passa sul bellissimo ponte di Bagnaia, che ora viene percorso a passo d’uomo, fa emettere al treno un sibilo acuto, come per far dire al treno: guardate dove sto passando.

Il sibilo del treno poi si sente ancora nella campagna di Vitorchiano e poi sempre più lontano.

Insomma gli abitanti della Tuscia, conoscono a memoria quel suono che da quasi un secolo rompe il silenzio e la pace idilliaca di questi posti. Lo sentono con gioia, è un segnale di festa, di vita che trascorre lentamente giorno dopo giorno, udito da intere generazioni.

Presto quel suono non ci sarà più, anche Viterbo e la sua campagna, perderanno qualcosa che gli appartiene, poiché qualcuno ha deciso che la storia deve essere “tagliata”, la nostra storia deve sparire, per andare incontro a tempi sempre più bui, privi di significato e di valori.

 

 

A Bagnaia, davanti all’ingresso principale di Villa Lante, c’è un negozietto, piccolo, “vivace”, pieno di tante cose, ma non le solite cose, tanti oggettini originali, che i turisti ed i visitatori della Villa comprano volentieri. Manufatti in ceramica, cartoline postali, fazzoletti di seta dipinti, scatoline in legno dipinto e inciso, Swaroski incastonati nell’argento, lenti di in gradimento con manico d’argento. Insomma trovi di tutto, il suo simpatico gestore, Antonio Peroni lo incontri dietro il bancone dalla mattina alla sera, sempre sorridente, pronto ad aiutarti.

Quando ha appresso della brutta notizia del trenino che forse verrà soppresso, ho visto un velo di tristezza solcare il suo volto. Ha cominciato a raccontare: sono tempi difficili, gestisco la mia attività tra mille problemi, i turisti in questi ultimi tempi sono diminuiti del 50%, se ci tolgono anche la ferrovia, sarà la fine, anche l’indotto ne risentirà. Sono tanti i disoccupati che cercano di sbarcare il lunario, questo non ci voleva.

Più lontano, verso Fabrica di Roma, un signore distinto, un architetto, ha pensato di rilanciare il turismo costituendo un B&B chiamato Menica Marta Country House, dove è possibile andare a cavallo, assaporare i prodotti della campagna Viterbese, effettuare in mountbike il magnifico anello che attraversa la campagna di Fabrica lungo un itinerario di cinquantadue chilometri.

Anche lui spera nel turismo. Il trenino sicuramente potrebbe portare le biciclette e perché no anche i cavalli. Il trenino faceva e tuttora fa sognare. Non c’è solo l’Alto Adige, l’Austria, la Svizzera che attirano i turisti con trovate originali. Anche qui si vuole emergere da questo mondo piatto che sprofonda sempre di più. Ecco la risposta, probabilmente anche il trenino sparirà. 

      

 

16.05.2011