La ferrovia Roma nord

-Home page

-Articoli

240-Il disastro ferroviario di Rignano Flaminio (terza parte)

-Video 

-Archivio fotografico

-Bibliografia

-Link

-Autore

-Indice alfabetico

-Contatti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Novembre 1943

Disastro ferroviario della Roma Nord a Rignano Flaminio -  terza parte

di Arnaldo Ricci

 

Premessa: come già scritto precedentemente, questa ricostruzione storica è basata principalmente sulle testimonianze di persone anziane che ho contattato nel corso degli anni e che a loro volta, hanno avuto informazioni dai protagonisti sopravvissuti all’incidente in argomento, tali testimonianze sono state comunque da me analizzate con cura anche se non escludo a priori inesattezze o dimenticanze.

 

Stazione di Sant’Oreste

Stazione di Rignano

La stazione ferroviaria della “Roma Nord” ( nel nostro modo di parlare Roma Nordde ) nonché quella delle FS erano e sono ubicate  non lontano da Porta Fiorentina; ebbene, questa zona di Viterbo fu colpita dal primo bombardamento alleato  il giorno 29 luglio 1943 che aveva come obiettivo le due stazioni e l’aeroporto militare, purtroppo venivano colpite anche strutture edilizie non distanti, tra le quali porta Fiorentina.

Il giorno di Ferragosto, sempre del 1943,  ne seguì un altro ma questa volta la reazione della contraerea fu più potente; fu comunque colpito il centro storico e di nuovo l’aeroporto. Subirono danni sia la ferrovia FS  che quella della Roma Nord; la linea aerea di alimentazione a 3000 Volt cc ( corrente continua ) rimase interrotta ma le maestranze a disposizione ripristinarono il tutto in una sola giornata; il giorno 16 agosto vi fu un'altra incursione della RAF ( Royal Air Force ) che riuscì di nuovo a provocare danni seri specialmente all’aeroporto.

La popolazione Viterbese e di tutta la Tuscia era entrata in un clima di paura che terminò solo con la fine dei bombardamenti su Viterbo; l’ultimo e forse anche il più disastroso fu nel giugno del 1944 con numerose vittime civili.

Bisogna tener presente che in quel periodo, le auto circolanti erano rarissime e l’unico mezzo di locomozione era il treno; sarebbe stato meglio rimanere più o meno al sicuro nei rifugi antiaerei, ma la necessità di spostarsi era comunque aumentata per vari motivi, tra i quali quella impellente che aveva la popolazione di Roma, di  cercare generi commestibili verso le campagne limitrofe compresa la Tuscia viterbese……inoltre i bombardamenti del quartiere San Lorenzo della capitale,  compreso lo scalo ferroviario relativo, avevano causato molti morti e feriti come già detto….. molte persone si recavano a Roma per prestare soccorso ai propri parenti o amici…purtroppo tra le persone che viaggiavano fra Viterbo e Roma vi erano anche gli approfittatori che vendevano generi alimentari a prezzi molto maggiorati facendo buoni affari ( la cosiddetta borsa nera )…insomma i treni erano stracolmi di passeggeri!

 

RICOSTRUZIONE STORICA DELL’ACCADUTO ( ovviamente salvo errori o imprecisazioni )

15 novembre 1943 ore 06.05, stazione di Viterbo – è in partenza un treno per Roma come previsto dall’orario giornaliero, composto da una motrice e tre vetture rimorchiate; la motrice è di quelle che hanno il servizio postale a bordo, con un dipendente delle poste che lo espleta; questi tipi di motrici avevano anche la cassetta per imbucare la posta a disposizione di tutti i cittadini. Il treno ha oltre 200 posti disponibili a sedere che nel momento della partenza pochi rimangono liberi; è ovvio che sia il personale di servizio che i viaggiatori sono sicuramente impauriti dagli eventi bellici; tutti sono consapevoli che le infrastrutture dei trasporti sono i primi obbiettivi dell’aviazione alleata…..ma si doveva rischiare!…..non vi era altro mezzo  per andare a Roma!…..La linea delle FS quel giorno era stata resa inutilizzabile!

Il macchinista che conduce il treno è il sig. Galadini Giuseppe di Civita Castellana  di anni 28; il capostazione emette il fischio e dopo la risposta del frenatore tramite una cornetta a fiato (…. Fiiiiii……popòòòò….) il Galadini da il comando di chiusura pneumatica delle porte ed immediatamente fa ruotare leggermente la leva del comando di marcia; il treno si mette in moto.

Il Galadini, quel giorno probabilmente poteva anche pensare che la sua vita,  come quella di tutti a bordo di quel treno,  sarebbe stata in pericolo per i motivi sopra citati, ma sono sicuro che non pensava minimamente di perderla per un incidente ferroviario…..solo dopo circa due ore a Rignano Flaminio!

Si arriva a Bagnaia e, sia il personale del treno che i viaggiatori, tirano un sospiro di sollievo quando il treno riparte e transita sotto la galleria adiacente …perché a quei tempi, solo dentro le gallerie si era al sicuro!

 

Alcuni passeggeri scendono a Bagnaia, altri a Soriano ed altri alle stazioni successive ma fra quelli che scendono e quelli che salgono a bordo, il numero dei posti liberi si riduce a zero.

Durante il tragitto da Viterbo a Civita Castellana si verificano abbassamenti di tensione sulla linea aerea di alimentazione….ma ormai è diventata una consuetudine…..da diverso tempo vi sono questi abbassamenti di tensione…molto probabilmente causati sempre dai danni dei bombardamenti……nonostante le riparazioni continue del personale addetto! Inoltre è diventata consuetudine la soppressione di treni ordinari nonché la istituzione di treni speciali…..questo comporta anche frequenti spostamenti delle stazioni di incrocio ( coincidenza ).

Ore 07. 09 del 15 novembre 1943 – il treno arriva alla stazione di Catalano, fortunatamente senza aver subito azioni belliche da attacchi aerei; i dirigenti del movimento treni, sapevano che la tratta più frequentata dai passeggeri era quella da Civita a Roma…e di conseguenza era già predisposta l’aggiunta di un'altra vettura ed un'altra motrice proprio nella stazione di Catalano; esse sono velocemente agganciate facendo diventare il convoglio di quattro vagoni passeggeri più una motrice in testa ed una in coda. La motrice aggiuntiva in coda era necessaria per superare con quattro vagoni affollati di viaggiatori, le pendenze notevoli…specialmente quella esistente nel tratto che va dal ponte del torrente Treja fino  a Pian Paradiso. La motrice di coda viene aggiunta non solo per aumentare la potenza di spinta, ma anche per poterla distribuire in modo più ottimale. Ebbene, su questa motrice sale, sempre a Catalano, il macchinista Emilio Pedica di 37 anni, anche lui di Civita Castellana ed anche lui ignaro  che circa 40 minuti dopo avrebbe perso la vita! Il Pedica segnala poi successivamente alla stazione di Civita che vi sono alcune difficoltà tecniche di manovra non meglio precisate.

 

 

 

 ore 07.16 il treno arriva alla stazione di Civita Castellana  - scendono pochi viaggiatori ma ne salgono molti di più; i posti a sedere sono terminati! fra quelli che salgono vi è anche un bravo ed  intelligente ragazzo di Civita Castellana: Oliviero Pulcini di anni 18 ( per chi avesse conosciuto Don Giacomo Pulcini, egli era suo cugino come lo è anche il mio amico  Carlo Pulcini ) il quale dopo aver brillantemente superato l’esame di maturità di luglio a Viterbo, si era iscritto al primo anno di università alla Sapienza di Roma, non so dire a quale facoltà…quel giorno egli avrebbe assistito alla sua prima lezione universitaria! e ne era entusiasta e come!…anche perché a quei tempi, arrivare ad iscriversi all’università era un traguardo da pochi raggiungibile!.....a Civita fra le altre persone, sale anche il sig. Giuseppe Brocchi di anni 50, funzionario capo tecnico della ferrovia; egli era originario di un paesino in provincia di Parma: Varano de Melegari ed  era emigrato  a Civita Castellana nel 1931 con la sua famiglia…molto probabilmente faceva parte delle maestranze a seguito dell’Ing. Besenzanica, progettista e realizzatore della ferrovia. Inizialmente avevo dato per scontato che egli fosse di Civita Castellana dato che il cognome “ Brocchi “ è molto diffuso quì…ma approfondendo le ricerche e dopo aver contattato telefonicamente  l’amico Brocchi ( ex impiegato ASL di Civita ) ho capito che il capotecnico della Roma Nord Brocchi Giuseppe, non aveva nessuna relazione di parentela con i “Brocchi” di Civita Castellana!

 

 

 

 

 

…continua con la prossima puntata….

Arnaldo Ricci

 vedi articolo nr. 15 Una terribile disgrazia dimenticata

 

24.12.2016    Pubblicati su autorizzazione dell'autore Arnaldo Ricci (CAMPO DE' FIORI) 

vedi articolo nr. 226, altre notizie sull'incidente

vedi articolo nr. 236 per ulteriori notizie sull'incidente (seconda parte)

vedi articolo nr. 240  Il disastro ferroviario di Rignano Flaminio (terza parte)

vedi articolo nr. 247-Novembre 1943 - Disastro ferroviario della Roma Nord a Rignano Flaminio (quarta parte)

vedi articolo nr. 251 - Disastro ferroviario della Roma Nord a Rignano Flaminio (quinta ed ultima parte)