La ferrovia Roma nord

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85-Il cimitero dei treni a Fabrica di Roma

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LA FERROVIA ROMA NORD

 

Il cimitero dei treni a Fabrica di Roma

 

Gianfranco Lelmi

 

La storia, il nostro passato, stanno scomparendo lentamente, giorno dopo giorno, distrutti a sassate dai vandali che imperversano dentro i vecchi convogli della linea ferroviaria Roma Nord.

Sedie divelte, fodere strappate, plafoniere e relative lampade asportate, pezzi di treno rubati e poi sassi, tanti sassi sul pavimento dei convogli. Sono quelli che hanno distrutto e stanno distruggendo i vetri dei vecchi treni in sosta. I graffitari non hanno dimenticato di partecipare a questa festa della devastazione. Le fiancate dei convogli sono piene di scritte incomprensibili, poi carta, fogli di giornale, sacchi di plastica pieni di stracci. La ruggine comincia a far la sua parte, “mangiando” lentamente tutte le parti metalliche scoperte dalla vernice. Ragnatele ovunque e poi sempre tanto disfacimento. Su questi treni hanno viaggiato i nostri nonni, i nostri padri, se potessero raccontare, parlare, dire le storie, le vicissitudini vissute da milioni di persone che li hanno utilizzati, rimarremmo di stucco. Su questi treni è passata la guerra, la fame, la borsa nera, la paura dei bombardamenti.  Esisteva allora la prima classe, riservata alle truppe di occupazione naziste, su questi convogli qualcuno racconta che fu trasportato l’oro della Banca d’Italia custodito nelle viscere del monte Soratte, poi da Sant'Oreste a Fabrica di Roma fu dirottato in parte sulla linea Capranica – Civitavecchia.

E’ su questi convogli che l’officina di Catalano ha compiuto i miracoli. Sotto la direzione del padre e poi del figlio Maestri, sono stati smontati, riparati. I pezzi di ricambio oramai introvabili sono stati creati dal nulla. E’ sotto la direzione del grande Sergio Maestri, che avvenivano  cose straordinarie. Quando i carrelli dei treni, a causa dell’usura e del tempo si crepavano divenendo inservibili, venivano smontati, spaccati, saldati, rimessi a nuovo. Era lui, che amava questa ferrovia, era lui che senza tante pratiche burocratiche si assumeva ogni responsabilità e faceva viaggiare la gente.

Qualcuno rispettoso del passato vorrebbe acquistare queste vecchie carrozze, ma i costi del trasferimento sono elevati, circa 7.000 euro. Forse restaurare e collocare qualche vecchia motrice ad una delle tante stazioni, sarebbe un’ottima iniziativa, si eviterebbero gli onerosi costi  del trasporto.

Riprendo di seguito quanto da me scritto nell’articolo n. 61 “Non distruggiamo la nostra storia;

“Il D.Lgs 42/2004 e successive modifiche parla chiaro. La Parte Seconda – Titolo 1 Tutela – Capo 1, oggetto della tutela, art, 10, parla chiaro: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. 

Più preciso è  ‘articolo 11 di questo decreto. Infatti alla lettera g) viene specificato che i mezzi di trasporto aventi più di settantacinque anni, sono beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela.

Inoltre l’articolo 12 specifica che le cose immobili e mobili indicate all’articolo 10, comma 1 che siano opera d’autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre cinquanta anni sono beni oggetto di tutela, fino a quando non sia stata effettutata le verifica di interesse culturale. Difatti, in base al comma 2 dell’articolo 12 viene specificato che i competenti organi del Ministero, d’ufficio o su richiesta formulata dai soggetti cui le cose appartengono, verificano la sussistenza dell’interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico.

Pertanto anche le belle stazioncine ubicate lungo la linea, andrebbero salvate dal degrado al quale sono sottoposte. Per effetto delle legge (OPE LEGIS) rotabili ed impianti fissi, dovrebbero essere già vincolati senza bisogno di Atti Amministrativi specifici.

La loro demolizione, alienazione, abbandono non autorizzato sarebbe proibita per legge, con relative sanzioni penali in caso di violazione delle norme.

In base all’art. 20 comma1) i beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico.

In merito al Procedimento di dichiarazione (Art. 14, comma 1)  il soprintendente avvia il procedimento di per la dichiarazione dell’interesse culturale, anche su motivata richiesta della regione e ogni altro ente territoriale interessato.

L’art. 30,concernente gli obblighi conservativi, specifica che lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico, hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza (coma 1) e sono tenuti a garantirne la conservazione (comma 2).  Anche il semplice abbandono (ad esempio ai vandali) è sanzionato penalmente. Per l’alienazione dei beni sottoposti a vincolo occorre l’autorizzazione da parte del Ministero (art. 56).

La Parte Quarta concernente le Sanzioni in base all’art.160 comma 1 viene stabilito che qualora,  per effetto della violazione degli obblighi di protezione e conservazione  un bene subisce un danno, il Ministero ordina al responsabile l’esecuzione a sue spese delle opere necessarie alla reintegrazione.

In caso di inottemperanza, il Ministero provvede d’ufficio a spese dell’obbligato (art. 160 comma 3).

E’ punito con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da euro 775 a euro 38.734,50 chiunque destina i beni culturali indicati ad uso incomparabile con il loro carattere storico od artistico o pregiudizievole per la loro conservazione o integrità. Chi omette di dare notizia alla competente soprintendenza dello spostamento dei beni culturali (mutamento di dimora) è punito con la stessa pena (Artt. 170 – 171 Uso illecito – Collocazione e rimozione illecita).

E’ punito con la reclusione fino ad un anno e la multa di euro 1.549,50 a euro 77,469 chiunque, senza la prescritta autorizzazione aliena i beni culturali indicati, o omette la denuncia degli atti di trasferimento della proprietà o della detenzione dei beni culturali (artt. 173 Violazione in materia di alienazione).

L’inosservanza dei provvedimenti amministrativi (art. 180) salvo che il fatto non costituisca più grave reato, recita: chiunque non ottempera ad un ordine impartito d all’autorità preposta alla tutela dei beni culturali, è punito con le pene previste dall’articolo 650 del codice penale.

In base all’art. 733 del codice penale chiunque distrugge, danneggia un monumento o un’altra cosa  propria di cui gli sia noto il rilevante pregio, è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda non inferiore  a duemilasessantacinque euro, se dal fatto deriva nocumento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale.

La magistratura potrebbe, in caso di violazione, attuare il sequestro cautelare dei beni minacciati e procedere al loro affidamento agli enti proprietari sotto la loro responsabilità, in qualità di “custodi giudiziari”. 

L’APSAE del Lazio (via Cavalloti n. 2 – Roma) è stata informata dell’esistenza di tutto questo patrimonio, del relativo stato di abbandono e distruzione, fino ad oggi non è stato visto alcun intervento.  Chi sarà chiamato a rispondere di omissione per questo stato di desolazione, di   devastazione?

 

 video:

La Ferrovia Roma Nord - Il cimitero dei treni a Fabrica di Roma

 

 20.10.2012