La ferrovia Roma nord

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151-Cosa pensa un esperto sulla eventuale chiusura della tratta Civita Castellana - Viterbo

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Cosa pensa un esperto sulla eventuale chiusura della tratta Civita Castellana Viterbo (segue da articolo 150)

di Valentino Tosatti

Purtroppo da tempo mi stavo aspettando segnali del genere. Vorrei tanto sperare che si tratti solo di meri disguidi, guasti saltuari, furti di rame, ecc. che stanno provocando episodici disservizi, ma la netta sensazione è proprio quella che siano cominciate manovre e sondaggi per chiudere la ferrovia, almeno nel tratto da sempre minacciato, cioè tra Civita e Viterbo.

La “procedura” sarebbe più o meno di fare come per la sventurata Roma-Fiuggi (ma si tenga presente che essa aveva un tracciato fantastico, sì, e che in altri Paesi sarebbe stata valorizzata turisticamente, ma penalizzante e anacronistico per le esigenze di oggi. La Roma-Nord, al confronto, è per velocità, scartamento, raggi di curvature, pendenze, ecc. il TGV……., e per di più è già stata in gran parte ammodernata).

Strano che non siano ancora apparsi – dopo le recenti campagne sulla pericolosità dei PL - cartelli davanti a ciascuno di essi con il rallentamento a 20, 10 o 5 (cinque) Km/h. Sulla Fiuggi fu proprio così, ovunque, e se soltanto i macchinisti fossero stati così pecoroni da rispettarli per andare da Roma ad Alatri ci sarebbero volute 8 ore…. Comunque, malgrado tutte le proteste  la ferrovia, come ben sai, venne spietatamente chiusa (ci sarebbero state non una ma mille soluzioni alternative che io purtroppo conosco assai bene, tanto più nella prospettiva della futuribile entrata in funzione della Metropolitana fino Pantano!), ed invece si è smantellato tutto, aggiungendoci l’ultimo piccolo sfregio di quella stupida pista ciclabile che parte e finisce nel nulla….. A trent’anni di distanza vogliamo ripetere lo stesso errore con la Nord? E dovremo anche ascoltare qualche imbecille di politicante proclamare giulivo che “….. dopo le precedenti realizzazioni ora salveremo anche la Roma-Nord, trasformandola da Civita a Viterbo in pista ciclabile”??

 A questo punto dovrebbe essere la gente a ribellarsi e imporsi, minacciando la rivolta qualora davvero fossero in corso manovre per la chiusura. Sindaci e politici davvero dediti alla loro terra e al bene comune (ammesso che esistano), imprenditori, giornalisti, ecc. dovrebbero far fronte comune per sventare la minaccia contro un’opera che è al tempo stesso memoria del passato e strumento per il futuro.

A questo proposito, inviterei tutti coloro che hanno interesse, a prendere contatto con l’efficientissimo comitato di difesa che ha contribuito a salvare la ferrovia Avezzano-Cassino, per avere da loro documenti, comunicati e altre notizie utili sulla loro azione che, grazie anche ad una fortunata combinazione politica, si è rivelata vincente. Questa ferrovia che segue la Val Roveto ERA GIA’ STATA CHIUSA lo scorso anno dalla banda Moretti&Co°, con il pretesto che non si trovavano i milioni necessari per rifare l’armamento nel primo tratto. E anche qui le distorsioni e le bugie erano fioccate, tra cui quella madornale che nuove “normative” vieterebbero di mantenere in servizio le traversine di legno, e simili fandonie. Amici competentissimi mi hanno poi assicurato che il vero scopo di imbrogli del genere era quello di far risparmiare a spese delle linee secondarie milioni a RFI da utilizzare poi per coprire i costi di manutenzione della AV, in modo da poter sempre essere in grado di battere la concorrenza dei francesi appoggiati a NTV! E a fare le spese di tale politica sarebbe stata presto o tardi l’intera rete complementare italiana, come del resto cinicamente affermato da Moretti in un comunicato ufficiale nel quale proclamava che le ferrovie vanno mantenute solo laddove ci sono forti traffici pendolari o metropolitani, e tutti gli altri si arrangino!

Queste manovre sono state battute, e la fortissima e ben organizzata protesta locale (che per una volta ha avuto anche il merito di mettere da parte le consuete rivalità politiche, parapolitiche, personali, ecc.) ha avuto la meglio, grazie anche a due dirigenti FS degni del loro ruolo e ad una favorevole circostanza politica. I soldi per la manutenzione sono stati “reperiti”, i lavori sono terminati e oggi la linea è stata riaperta. Chi volesse approfondire questa vicenda emblematica può contattare questo indirizzo:  [email protected] che è per l’appunto quello del Comitato di Sora coordinato dall’ avv. Cancelli e da una sua collaboratrice, che sicuramente potrà mettere a disposizione di chi è seriamente interessato una documentazione essenziale su questa vicenda, che in Italia trova precedenti solo nella strenua difesa del tram di Limbiate da parte dei suoi stessi utenti e nella riapertura (sia pure per ora a solo scopo turistico) della bellissima Sulmona-Carpinone-Isernia, che era stata chiusa anch’essa dalla banda Moretti, previa interpretazione fraudolenta dei dati della vettura/rilevamento Aldebaran sullo stato del binario e svariati altri trucchi a base di “criticità” e “normative”!.....

 Un’altra questione sulla quale ho poche e non recenti notizie, e sulla quale dunque non saprei cosa dire, è quella della gestione della Nord. Mi sembra evidente che se il gestore di una ferrovia è pessimo, incompetente, asservito a gruppi di potere o peggio ancora direttamente interessato a smantellarla, la chiusura e i relativi “giochini preliminari” saranno di molto facilitati. Io sono rimasto al momento del recente scandalo che ha massacrato l’ ATAC (attuale gestore), e all’ipotesi di trasferire la gestione ad una certa soc. “Bus Italia” (o qualcosa del genere), che a quanto mi assicurano vedrebbe la compartecipazione di Moretti e di proprietari di aziende del trasporto gommato, rappresentati dall’ ANAV. Se così fosse, sarebbe come affidare a Pacciani il ministero per la Tutela della Famiglia…… Scherzi a parte, quello che le popolazioni e gli amministratori coalizzati dovrebbero esigere dalla Regione come conditio sine qua non per l’accettazione di qualsivoglia gestore è il fermissimo impegno al mantenimento in esercizio anche della tratta Civita-Viterbo, nella prospettiva di un suo RAGIONEVOLE ammodernamento e valorizzazione anche turistica.

Infine: poniamo il caso (più che probabile) che la Regione o il nuovo gestore dovessero obiettare che – fatti si intende tutti gli studi di rito – il mantenimento della tratta Civita–Viterbo è assolutamente impossibile, poiché il traffico attuale e potenziale è comunque scarso e non giustifica i costi di personale, manutenzione ed esercizio; che per risanare completamente la ferrovia occorrerebbero tot milioni che invece non ci sono; che l’ USTIF impone questo e il culto di Santa Fisima quell’altro; che l’esercizio con i bus verrebbe a costare x volte di meno (ecc. ecc: le conosciamo bene queste cantafere…). Ebbene, in questo caso ci si dovrebbe arroccare – almeno a mio giudizio – su un’estrema linea difensiva venuta meno la quale non rimarrebbe che promettere la rivolta, e che consiste NELL’ADOZIONE, SIA PURE IN VIA PROVVISORIA ED IN ATTESA DI TROVARE LE RISORSE PER UN AMMODERNAMENTO COMPLETO, DI QUALCHE SISTEMA ULTRAECONOMICO DI ESERCIZIO. Il più economico sistema che io conosca è quello “A SPOLA”: un solo treno fa avanti/indietro, e questo, oltre a garantire totale sicurezza del traffico, abbatte i costi di esercizio riducendoli al solo personale (guida ad agente unico, installando pochi e semplici apparati vigilanti) e ad un minimo di manutenzione del binario. PER IL RESTO E’ COME SE LA FERROVIA FOSSE CHIUSA: Stazioni impresenziate (possibilmente affidate a commercianti, ristoratori o associazioni, non ai vandali); assenza totale di incroci e movimento, neppure automatizzati; nessun segnalamento; un solo mezzo in esercizio effettivo, ecc. Il problema è se un solo treno che va avanti/indietro possa bastare per far fronte al servizio nelle ore di punta. Pur senza avere una specifica competenza direi che – tenendo conto della lunghezza del tratto Civita-Viterbo e dell’attuale tempo di percorrenza inferiore all’ora – la cosa sarebbe fattibile. Qualora ciò non fosse, nessun problema: basterebbe ricorrere ad una “SPOLA DOPPIA”, con un punto fisso di incrocio a metà percorso per far fronte anche al traffico di punta, ovviamente con convogli di capacità sufficiente ed orari necessariamente un po’lunghi. Altro e ben più impegnativo discorso sarebbe quello sulla c.d. “tramviarizzazione” della ferrovia, soprattutto per le tante questioni ancora dubbie o irrisolte sul piano tecnico/normativo (un campo nel quale, come noto, non ci batte nessuno al mondo…!). Ma appunto per questo ritengo che l’estrema linea di difesa da perseguire nel peggiore dei casi debba essere quella dell’esercizio a spola, anche come ripeto in una fase provvisoria di assoluto contenimento dei costi.

Spero di non aver detto solo banalità.

 

15.03.2015