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Ferrovia Roma Nord

Cosa è accaduto realmente nei pressi della Fornacchia

  Gianfranco Lelmi

Purtroppo non sempre è facile reperire notizie e soprattutto reperire quelle giuste.

In merito al deragliamento del convoglio della Ferrovia Roma Nord, sono venute alla luce molte inesattezze. I feriti come riferiscono alcuni editoriali, non sono stati portati all’ospedale di Soriano nel Cimino, ove non esiste alcuna struttura del genere, ma al nosocomio Belcolle di Viterbo.

Le carrozze del convoglio erano tre e non quattro, il rotabile precipitato nella scarpata era la vettura posta alla testa del convoglio che ovviamente comprende la cabina di guida con i macchinisti.

La direzione di marcia del convoglio era Soriano nel Cimino. L’incidente è avvenuto nei pressi della Fornacchia (località Santa Lucia) e non tra Civita Castellana e Sant’Oreste.

Non era una grossa barra di ferro, il corpo estraneo collocato sui binari, ma un bullone utilizzato per collegare le rotaie, la cui filettatura si trovava in direzione di Viterbo e la testa in direzione di Soriano nel Cimino. Quindi non era un bullone collocato nel cuneo della rotaia.  I passeggeri nel vagone precipitato erano circa trenta e non poche persone.

Secondo varie fonti, non è affatto vero che l’incidente è stato causato da un problema di restringimento dei binari che si allargano al passaggio del convoglio, facendolo deragliare.

Quello che è certo, l’autore del gesto voleva provocare il deragliamento, voleva sicuramente qualcosa di più. Difatti il bullone è stato collocato “all’uscita della curva”, dove il treno, deragliando sarebbe finito nella scarpata sottostante. E’ un vero miracolo che la cabina di guida sia rimasta integra, senza che il macchinista ed il capotreno ne risentissero, è un miracolo che i trenta passeggeri, nella caduta nella scarpata della vettura di testa del convoglio siano rimasti feriti solo in quattro.  E’ impressionate vedere la posizione del vagone di testa, è incredibile che i passeggeri non siano caduti gli uni sugli altri,  provocandosi lesioni gravissime.

L’ATAC, da indiscrezioni ricevute, vuole ripristinare il traffico ferroviario il più presto possibile, ma occorreranno sicuramente alcuni giorni, poiché oltre alla creazione della strada di accesso per far giungere l’enorme gru che solleverà il rotabile disastrato, bisognerà riempire la scarpata che costeggia la ferrovia, con materiale di riporto. Inoltre occorre considerare l’impegno che tale opera comporta poiché dovrà sostenere il peso del carro gru e del convoglio che pesa da solo quaranta tonnellate.

Questa mattina il personale dell’ATAC era all’opera per recuperare la vettura; tecnici, operari, ingegneri, forze di polizia locale, carabinieri, guardie giurate, animavano con la loro presenza questo tranquillo angolo della campagna viterbese.    

Quello che più colpiva in tutta questa vicenda era la tristezza dei ferrovieri che ancora non riuscivano a capacitarsi dell’accaduto, era stata danneggiata la loro ferrovia, dove lavorano, vivono e trascorrono gran parte della loro giornata al servizio degli altri.