La ferrovia Roma nord

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Come sabotare una ferrovia

 Gianfranco Lelmi

I modi per sabotare una ferrovia sono tanti. Durante la seconda guerra mondiale, il 7 giugno del 1944 i partigiani, nella guerra contro i nazi-fascisti, disarmarono le due sentinelle poste a guardia del Forte Tombion, fecero prigionieri gli altri otto soldati italiani ed usarono tutto  l’esplosivo tedesco contenuto nel forte (circa una ventina di quintali), con il risultato che riuscirono ad interrompere il collegamento ferroviario tra Bassano del Grappa e Trento.

I nazisti, nella seconda guerra mondiale, usavano una specie di aratro trainato da un convoglio ferroviario per tranciare le traversine ferroviarie ed impedire al nemico l’uso della strada ferrata.

A luglio 2009, sulla linea Orte – Ancona due anarchici venivano arrestati per associazione sovversiva e attentato alla sicurezza dei trasporti mentre si accingevano, con appositi ganci artigianali, a sabotare la linea elettrica, al passaggio del primo convoglio.

La Ferrovia Roma Nord, in merito ai vari sistemi di sabotaggio ha conosciuto i sassi ad agosto del 1947, il mattone in epoca più recente, il bullone nei pressi della Fornacchia o il tubo in ferro nei pressi di Fabrica di Roma.

Qualcuno usa tecniche molto più sottili e subdole per sabotare questa  linea.

Dal 1932, i famosi Tibb facevano ancora servizio sulla linea fino a pochi giorni fa. Anzi sembra che un paio di convogli si è riusciti a recuperarli ed ancora cammineranno. La linea aerea è sostenuta da Catalano a Viterbo da pali che risalgono all’ inaugurazione  della ferrovia (anno 1932), i segnali ad ala sono, da quanto dicono, ancora manovrati a mano, così anche gli scambi. Praticamente da Catalano a Viterbo, poco e niente è stato fatto dalla sua costruzione, per far funzionare decentemente questa linea.

Con l’ultimo deragliamento  della Fornacchia, l’ATAC ed il suo personale tecnico, hanno fatto i miracoli, hanno rimesso in funzione la tratta tre giorni prima del previsto, costruendo un strada ed una piazzola per recuperare il convoglio sinistrato.

 Eppure in Regione qualcosa non funziona, dicono che debbono tagliare il trasporto pubblico non utilizzato.

In questi ultimi tempi il treno da Civita Castellana a Viterbo è vuoto, quasi nessuno lo prende all’infuori degli studenti. Ebbene vediamo come stanno effettivamente le cose.

 Il treno da Civita Castellana a Viterbo è un ottimo mezzo di locomozione, impiega esattamente un’ora e dieci minuti. La corsa soppressa della Roma Nord che partiva alle ore 11, 48 arrivava a Viterbo alle ore 12,58, mentre la corriera del COTRAL, istituita recentemente, delle ore 10,50 in partenza da Civita Castellana arriva a Viterbo alle ore 13,40,  cioè impiega due ore e cinquanta minuti.

Al ritorno le cose vanno un pochino meglio. Il treno della Ferrovia Roma Nord che partiva da Viterbo alle ore 13,08, arrivava a Civita Castellana alle ore 14,16 (corsa ora soppressa) cioè impiegava un’ora e otto minuti. Ora la corriera del COTRAL che parte da Viterbo alle ore 13,30, arriva a Civita Castellana alle 15,15, cioè impiega un’ora e quarantacinque minuti. La corriera successiva con partenza alle ore 12,50, arriva a Civita Castella alle ore 14,10, cioè impiega un’ora e venti minuti.

 Perché la gente non usa questo mezzo?

Basta leggere la miriade di cartelli affissi alle stazioni per capire il perché (vedi allegati).

Corsa soppressa, corsa sostituita da corriera, biglietteria chiusa dal…. al….,  il servizio è sospeso da ……a……, le corse delle ore sono state modificate, da lunedi… a  ……, le corse non si effettuano, la fermata….  non si effettua, dal …. saranno ripristinati i treni, ecc.

Certamente il viaggiatore più ostinato, perderebbe la pazienza ed opterebbe per qualsiasi altra cosa.

 Chi opera all’ATAC, Ferrovia Roma Nord, secondo quanto viene detto da alcune persone, lavora in condizioni disperate.

 Per rimorchiare alla Fornacchia il convoglio sinistrato, da come riferiscono alcuni presenti ai lavori di recupero, i ferrovieri non avevano a disposizione un mezzo diesel per portare il rotabile a Catalano, hanno dovuto attendere il ripristino della rete aerea (linea di contatto).

 L’ATAC non ha soldi ma deve fare i miracoli.

 Civita Castellana, si sa non è un grande centro, le voci si rincorrono facilmente, e si va diffondendo la notizia che a Catalano, il centro di revisione e riparazione dei treni, quando piove, gli operai debbono smettere di lavorare per non bagnarsi, poiché dal tetto scroscia acqua a catinelle.

 La Regione non da i soldi per ripararlo.

 Il cartello che fa veramente riflettere è questo: “a causa di problemi tecnici tra Ponzano e S. Oreste, possono verificarsi ritardi nelle partenze dei treni.  Ci scusiamo per il disagio”.

 Quali sono questi problemi tecnici?  Top secret.

 La risposta è sempre la stessa, la Regione non da i soldi.

 Se interpelli la Regione, qualcuno risponde, nessuno prende il treno, la tratta Civita Castellana Viterbo è in passivo per tanto va soppressa.

 Alcuni appassionati della ferrovia si domandano, come fanno a dire che è in passivo se nessuno compra il biglietto, poiché nessuno li controlla su questa tratta?

 Alcuni ferrovieri spiegavano tempo fa  il problema.

Le corse del COTRAL sono simultanee ed anche molto più frequenti rispetto a quelle dei treni, fanno una concorrenza spietata e gli utenti della ferrovia diminuiscono con conseguente sperpero di denaro pubblico ed inquinamento.

Inoltre una corriera ha mediamente 7 anni vita, mente i rotabili del 1932 ancora camminano. La corriera trasporta solo cinquanta persone, mentre un convoglio ferroviario ne contiene 558.

Veniamo alla Provincia di Roma.

Per giungere da Castel Nuovo di Porto (escluso il sabato) a Saxa Rubra (Roma) in corriera, vi sono venticinque corse nella giornata (solo andata), poi il calvario del pendolare non è finito, deve attendere che passi il treno urbano per giungere a Piazzale Flaminio a Roma.  I treni che provengono da Castel Nuovo di Porto a Roma Piazzale Flaminio, effettuano soltanto 14 corse in giornata (solo andata). E’ ovvio che questi dati sono soltanto indicativi.

Se non ci sono i soldi, ancora ci sono le strutture per far funzionare la ferrovia. Benché il binario sia unico, e sia  elettrificata, in Val Venosta, c’è un treno ogni 30 minuti e le frequenze, volendo, potrebbero essere anche superiori.

In Val Venosta, in base a quanto dicono, Vi sono treni che nei rettilinei, in pianura, possono raggiungere i 100 km/h, mentre in curva i 70 chilometri. La ferrovia affronta curve con raggi di 200 metri. Con un po’ di buona volontà Viterbo potrebbe avere tre ottime linee per Roma.

La Ferrovia Roma Nord se utilizzata con il criterio di osservare le seguenti fermate: Viterbo – Civita Catsellana – Roma, porterebbe i Viterbesi direttamente al centro di Roma, sicuramente in tempi più ragionevoli. Se poi con il tempo si cominciassero ad eliminare alcuni passaggi a livello, nuovo materiale rotabile sostituisse il vecchio, gli orari fossero cadenzati, non ci sarebbe la necessità di sopprimere la tratta. Inoltre i nuovi rotabili presenti sul mercato, che hanno la funzione di tram e di treno contemporaneamente, essendo più leggeri, potrebbero agevolmente superare il problema dei passaggi a livello incustoditi.

Ogni nuovo governo, per risparmiare e introitare una maggiore accisa sul carburante vuole eliminare sempre nuove tratte ferroviarie. Di questo passo non rimarrà quasi più nulla.

Ecco le parole del sindaco di Spoleto in merito alla bellissima ferrovia Spoleto Norcia chiusa il 31 luglio del 1968:

“Per lunghissimi anni il progetto di recupero della ferrovia è rimasto un sogno proibito. Noi abbiamo scelto una strada diversa, dandoci precise priorità: prima fra tutte quella di non perdere per sempre il tracciato e le sue opere d’arte”

Speriamo che anche per la Ferrovia Roma Nord, un giorno non si debba dire la stessa cosa.

 

 

 

 22.05.2011

 

 

 

 

 

 

 

Fonti:

Wikipedia

Corriere della Sera del 3 luglio 2009

Si ringrazia la collaborazione del Dott. Valentino Tosatti