La ferrovia Roma nord

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DSCN1812

La spalletta del ponte caduta nei pressi della Selva

 

 

Ferrovia Roma Nord

A volte le notizie vengono travisate

 

di Gianfranco Lelmi

 

A volte quando scrivi o esponi i fatti, si determina un caso di afasia. Cioè chi si esprime, viene compreso male, chi ascolta recepisce

il discorso a proprio piacimento, il tutto determinato dalla perdita della capacità di comprendere il linguaggio.

Mi riferisco ad un recente scritto apparso su una testata “web” ove l’autore erroneamente riporta che i Tibb risalgono al 1939,

mentre è ben risaputo che sulla Ferrovia Roma Nord entrarono in servizio nel 1932.

Inoltre viene riferito che questi ultimi servono per trainare i convogli guasti, ed è giusto. Ma nessuno si è mai sognato di dire che

attualmente tutti i Tibb sono fermi, in uno stato di totale abbandono alla mercè dei vandali ed all’incuria. A questo punto occorre

precisare che alcuni Tibb presenti a Catalano sono tutelati dall’assalto dei vandali e svolgono mansioni operative, mentre quelli

presenti lungo la linea, purtroppo sono soggetti al saccheggio dei teppisti. Anzi sembra, dalle ultime informazioni, che buona parte di

questo materiale rotabile, giace tutelato nella vecchia officina presente alla stazione di Viterbo.

In merito al ponte sito nei pressi della Selva (Sant’Eutizio), lato nord, occorre precisare che è vero che si è determinato il crollo di

una parte della spalletta di protezione del ponte. Non si può certo dire che il ponte stesso sia pericolante.

Gli ingegneri hanno ben valutato che la struttura può sopportare il passaggio di un convoglio che pesa tonnellate, lo stesso dicasi per

le traversine, che benché vecchie, in alcuni tratti della ferrovia, possono adempiere in maniera adeguata al loro compito. Il

discorso che di recente sono stati cementificati pali in punti inutili, è una dissertazione libera, personale, di chi l’ha voluta effettuare,

quindi non condivisibile. L’obiezione sollevata da alcuni utenti della ferrovia era determinata dall’interrogativo se era prioritario

 o meno l’edificazione di alcuni muri in cemento armato con relativa recinzione oppure la completa sostituzione dei pali del 1906

e del 1932 concernenti la linea di contatto. Insomma se c’è ABBANDONO DELLA FERROVIA, SOPRATTUTTO

 NELLA TRATTA Civita Castellana Viterbo, non si può di certo addebitare la colpa ad ATAC.

Anzi soprattutto nella tratta Civita Castellana Viterbo, di quei comportamenti virtuosi, tanto decantati dalla

Regione Lazio “di chi per scelta o per necessità ricorre al trasporto collettivo su ferro che riduce del 90% le

emissioni inquinanti in atmosfera”, non se ne vede traccia. Il servizio del COTRAL continua a

proliferare a discapito della ferrovia.

 

 

14.03.2016