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310-I Fancazzisti della Ferrovia Roma Nord

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I nostri nonni, i nostri bisnonni ci hanno lasciato una ferrovia che verrà buttata “al vento”

 

 

I Fancazzisti della Ferrovia Roma Nord

 

di Gianfranco Lelmi

 

Per fancazzisti vengono indicati in genere coloro che sono dei fannulloni, dei perdigiorno, coloro che si abbandonano alla fantasia. La parola si potrebbe assimilare al significato più ampio di chi apre la bocca sproposito.

Nel 1931 Roma aveva 930.000 abitanti, nel 2008 ne venivano registrati 2.724.347. Molti, constatando l’impossibilità di trovare casa a Roma, visti i prezzi proibitivi delle abitazioni, migrarono in provincia. Il paese di Morlupo nel 1931, contava 2.481 abitanti, per arrivare nel 2017 a 8.729 residenti.

Tutti contavano sulla comodità del trenino (come veniva chiamato), che benché funzionasse con carrozze ante guerra, con scomodi sedili in legno, con rotaie da 30 Kg/ml, effettuava un servizio impeccabile, con tempi di viaggio accettabili.

Su questa ferrovia la leggenda e la fantascienza imperano. Dicono che per ricevere il contributo statale, quando fu realizzata nel 1932, compie diversi giri intorno al Soratte, per arrivare ai 101,86 Km., effettuando così un percorso allucinante.

Non sanno che gli ingegneri che concepirono il tracciato, Joniaux, poi Angelelli, ed infine Besenzanica, realizzarono il progetto attraverso studi, calcoli basati sul risparmio, poiché gli stanziamenti per i lavori erano estremamente ridotti. E’ vera anche la storia del finanziamento statale per il superamento dei cento chilometri. Ma non tutti sanno che il tracciato finale, è il risultato di battaglie acerrime tra i vari comuni che volevano ad ogni costo essere toccati dalla ferrovia. Inoltre il collegamento diretto con Viterbo era stato realizzato il 29 aprile 1894 con la Roma Capranica Viterbo, pertanto risulta evidente che la Ferrovia Roma Nord veniva concepita per connettere il maggior numero di paesi della Tuscia rimasti emarginati dai collegamenti e che ancora oggi, se privati del treno soffrirebbero di un grave isolamento.

E’ d’uso sentire la solita cantilena, due ore e trentasette minuti per raggiungere da Roma, la città di Viterbo sono troppi, senza considerare il bacino di utenza di questa ferrovia, il numero dei paesi toccati durante il suo percorso. Le Ferrovie dello Stato, cioè la Ferrovia Roma Capranica Viterbo, creata appositamente per raggiungere direttamente la Città dei Papi, impiega un’ora e quarantotto minuti, alcuni treni due ore e diciotto minuti, non considerando che chi abita lontano dalle stazioni di questa ferrovia deve aggiungere i tempi di percorrenza di circa trenta minuti attraverso la città.

Ecco una sintesi degli eventi più significativi e prese in giro dei fancazzisti:

Anno 1947, undici anni per costruire la stazione di piazza Euclide a Roma dal 1947 al 1958,

Marzo del 1997 la frequenza dei convogli nella tratta urbana, veniva promesso, passerà da sette/otto minuti a tre minuti nelle ore di punta Sempre in quel periodo si parlava di un finanziamento di 35 milioni di euro per consentire il raddoppio della ferrovia fino a Riano. I tempi di percorrenza tra Roma e Sant’Oreste si allungano di 15 minuti. Cioè un’ora e quindici minuti.

8 giugno 2007. Ben pochi sanno che esiste un documento del Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione nel quale risulta un Accordo Quadro di durata biennale tra  Met.Ro. S.p.A e Firema Trasporti S.p.A. stipulato in data 08.06.2007 (registrato in data 26.06.2007 al n° 5141 serie 3),  concernente “la progettazione, costruzione e fornitura fino ad un massimo di 10 Unità di Trazione da adibire a servizio di trasporto pubblico urbano ed extra urbano sulla ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo per il periodo di vigenza dell’accordo stesso”.

Un primo contratto applicativo, nell’ambito dell’Accordo Quadro, “prevede la fornitura di 5 Unità di Trazione (UdT) in configurazione urbana denominate BETA 2-Freccia Flaminia” al prezzo complessivo totale di € 28.194.965,58 oltre l’IVA.

Un secondo contratto applicativo prevede di stipulare un accordo con Firema Trasporti S.p.A. per 2 Unità di Trazione (UdT) in configurazione urbana.

A luglio del 2007 la situazione peggiorava, mancavano i macchinisti saltavano le corse, un giovedì nero furono soppressi trenta treni.

Anno 2008 mese di novembre, presieduta dall’Assessore Franco Dalia, si svolgeva presso l’assessorato alla Mobilità della Regione Lazio, la conferenza dei servizi sul progetto preliminare del raddoppio della tratta ferroviaria Riano – Sant’Oreste. Oggetto dell’argomento, ovviamente, la linea regionale “ex concessa” Roma – Civita Castellana – Viterbo. Tra i partecipanti, oltre ai tecnici della Direzione Regionale dei Trasporti, figuravano quelli dell’Assessorato Ragionale all’Urbanistica, dell’AREMOL (Agenzia Regionale per la Mobilità), Met.tro, COTRAL, i rappresentanti dei comuni: Castel Nuovo di Porto, Faleria, Morlupo, Riano, Rignano Flaminio, Sant’Oreste, Parco di Veio, Società Telecom e Terna. Veniva preso in esame il raddoppio della tratta Riano – Sant’Oreste con la rettifica di 47 curve, la realizzazione di un cavalcavia, l’eliminazione di 29 passaggi a livello, 5 sottopassi, l’adeguamento di due sottopassi esistenti e l’adeguamento di un cavalcavia. Tutti i partecipanti approvavano il progetto preliminare di raddoppio. L’AREMOL procederà alla gara di appalto per la realizzazione dei lavori, l’inizio sarà previsto per la fine del 2009. A maggio la bella notizia. La Giunta Regionale dava il via per la firma dell’Intesa Generale Quadro tra Governo e Regione sulle grandi opere”. La Provincia di Viterbo si assicurava 1.700.000 euro per interventi così ripartiti: raddoppio primo tratto Roma –Sant’Oreste 325 milioni di euro, raddoppio per il tratto fino a Viterbo e collegamento con l’aeroporto di Viterbo 600 milioni di euro. Occorre precisare che i 325 milioni di euro provenivano da fondi europei e regionali (PAR – FAS Lazio 2007 – 2w013), di cui 29 milioni saranno destinati in parte all’acquisto di 10 nuovi treni, mentre 45 milioni di euro saranno destinati al sistema di segnalazione, inoltre entro due anni a partire dal 2009, la tratta ferroviaria Roma – Montebello – Sant’Oreste – Pian Paradiso verrà raddoppiata. I tempi di percorrenza tra Roma e l’aeroporto di Viterbo, si ridurranno secondo le previsioni a 70 minuti. Grazie alla realizzazione dell’aeroporto di Viterbo per fini civili e commerciali, (Legge Obiettivo 443/2001), la ferrovia Roma, Civita Castellana, Viterbo tornerà ad acquisire notevole importanza. La Regione Lazio, da quanto si apprende, mira a rivalutare il trasporto su rotaia. Negli interventi previsti, rientrano 813 milioni di euro per il ripristino del collegamento Orte – Civitavecchia. Entro il mese di maggio 2009 il Governo avrebbe dovuto rendere operativo l’accordo.

Anno 2008 Nell’Accordo di Programma Quadro – Trasporti e Centri Intermodali (APQ2) – Stralcio “Infrastrutture Ferroviarie e Centri Merci” – III Accordo Integrativo – Allegato l – Relazione del 19 giugno 2008, nella parte concernente la Premessa riportava: “Il settore delle ferrovie regionali del Lazio, è diventato argomento di grande importanza per gli assetti socio-economici della regione e lo sviluppo del trasporto pubblico locale su ferro è considerato l’asse portante del miglioramento sostanziale della mobilità di persone e merci su tutto il territorio. Le analisi sviluppate a livello locale sul ruolo da assegnare al sistema ferroviario, nel quadro della mobilità metropolitana e regionale, hanno consentito la identificazione delle soluzioni da adottare per rimuovere le attuali condizioni di arretratezza e per realizzare i necessari interventi mirati a creare un sistema di mobilità degno di una Regione stabilmente inserita nel contesto dell’Unione Europea”. Finalmente si era capito, anche se troppo tardi, che le linee ferroviarie esistenti, vanno protette, tutelate e sviluppate e non smantellate.

1 gennaio 2010. Le voci degli utenti della Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo, cominciavano a farsi sentire: “ la soppressione di 11 corse sulla tratta extra urbana in realtà nascondeva l’esigenza di garantire le ferie del personale di macchina e del personale di stazione, inoltre la sostituzione dei treni con autobus specialmente durante il periodo scolastico, lascerà appiedata gran parte degli utenti della ferrovia”. La precedente giunta regionale aveva stanziato circa 500 milioni di euro per il raddoppio della ferrovia fino a Pian Paradiso, come finirà si chiedevano gli utenti? Che fine hanno fatto i treni acquistati da tempo e che ancora non sono in funzione? Forse, continuavano i pendolari, tutto questo porterà al taglio della gloriosa e storica ferrovia Roma Viterbo ex Roma nord? Ecco la verità. “Verso la chiusura della Roma-Viterbo ex SRFN” ecco il titolo che appare sul sito: “Ultime dalla rete romana di trasporto pubblico”. Dopo la soppressione di ben 11 corse, “voci di corridoio ne danno per scontata la chiusura dell’esercizio ferroviario”.  Ad esclusione della tratta urbana, la restante tratta Montebello-Civita Castellana, proseguiva la sorprendente notizia, visto il traffico che interessa, visti i costi di realizzazione del nuovo tracciato, sarà destinata alla chiusura.

In data 14.07.2010 il capogruppo del PD alla Regione Lazio, Ernesto Montino accusava la Polverini del PDL, di non spendere 175 milioni di euro di Fondi Europei, stanziati per il raddoppio della Ferrovia Roma nord da Prima Porta a Pian Paradiso nel comune di Sant’Oreste, in provincia di Roma; inoltre, continua il capogruppo del PD, l’Unione Europea "minaccia" sanzioni poiché i termini della presentazione delle offerte sono scaduti i primi di marzo del corrente anno. "Non è stata istituita la commissione per valutarle e procedere all’affidamento dei lavori". Proseguiva sempre l’Assessore, "è da irresponsabili" bloccare tale importo che porterebbe sviluppo alla regione, darebbe lavoro alle imprese ed alle relative maestranze, con grande vantaggio per i pendolari. "Tale opera è importantissima per la realizzazione del nuovo aeroporto di Viterbo con conseguente chiusura dello scalo di Ciampino oramai considerato fuori legge. E’ inutile chiedere agevolazioni a Tremonti se 175 milioni di euro restano fermi senza motivo, è una colpa gravissima nei confronti di tutti gli elettori del Lazio".

 

Ancora oggi, ad aprile 2010 dopo circa 80 anni, la ferrovia Roma, Civita Castellana Viterbo è a binario unico, il livello degli impianti è antiquato, alcune carrozze in servizio risalgono al periodo anteguerra.  L’acquisto di nuovi treni , la programmata  costruzione di un nuovo deposito per i treni, il raddoppio della tratta Pian Paradiso – Montebello  è ancora fermo sulla carta. Il cantiere di Piazzale Flaminio – Villa Borghese destinato al potenziamento del servizio urbano è fermo dopo il ritrovamento di reperti archeologici. Solo le stazioni di Piazza Euclide, Tor di Quinto, Acqua Acetosa, Monte Antenne hanno subito radicali interventi di restauro. La nuova Giunta Regionale, presieduta da Renata Polverini  vuole “rivedere e rivalutare la situazione complessiva del trasporto pubblico locale”.  Anche il sindaco Gianni Alemanno è favorevole a migliorare e garantire la massima sicurezza su questa linea ferroviaria. I pendolari attendono con ansia nuove notizie.

 

Nel mese di luglio 2019 Panunzi dichiarava: “La Regione ha ribadito che saranno realizzati tutti i lavori di adeguamento e potenziamento in corso d’opera o finanziati, pari a 370 milioni di euro…”

  

Sono tanti coloro che hanno parlato a sproposito, qualche politico aveva dichiarato che la Ferrovia Roma Nord raggiunge la stazione Tiburtina, invece della stazione di piazzale Flaminio. Dissero che questa ferrovia avrebbe collegato l’aeroporto di Viterbo con Roma, pertanto si rendeva indispensabile il doppio binario che a breve sarebbe stato realizzato. Poi i soldi sparirono, prima in direzione della Pontina, poi verso l’aeroporto di Fiumicino, poi nel nulla.

 

Alcuni amministratori non sanno che la Ferrovia Capranica Orte è una ferrovia temporaneamente dismessa, sospesa all’esercizio commerciale ed è munita di un tronchino a Fabrica di Roma, che permette la connessione alla Ferrovia Roma Nord. Tanto è vero, come riportano le cronache, gli Alstom ed i Firema, giunsero da Capranica per l’esercizio sulla Roma, Civita Castellana, Viterbo. Inoltre a Viterbo, nei pressi della stazione delle FS esiste un binario interrato che se ripristinato con l’aggiunta di 20 metri di rotaia, potrebbe collegare nuovamente senza problemi le due ferrovie.

Un noto politico, recentemente ha affermato che la ferrovia sarebbe stata elettrificata da Sant’Oreste fino a Viterbo, senza sapere che tale elettrificazione esisteva già nel 1906 come tramvia fino a Civita Castellana e poi come ferrovia nel 1913 da Civita Castellana a Viterbo.

Un appartenente alla Mobilità della Regione Lazio, in una riunione tenuta a Viterbo, assicurava anni fa che a breve la pensilina della stazione di Viterbo (della Ferrovia Roma Nord) sarebbe stata rimessa a posto e di conseguenza anche la mensa dei ferrovieri. Siamo al 2019 ed ancora aspettiamo questi l’inizio di questi lavori.

Raccontano di quanto successe a Corchiano, quando i vecchi Tibbs, furono smantellati. Si vietava a chiunque di fare foto, anche dal di fuori dell’area di pertinenza della ferrovia. Si minacciava l’arrivo di carabinieri, guardia di finanza che avrebbero sequestrato il materiale oggetto di ripresa. A qualcuno arbitrariamente fu fatto cancellare il contenuto delle riprese.

A Fabrica di Roma, raccontano, nessuno ha mai saputo dire cosa facevano uomini con tute bianche, maschere sul viso, cappuccio, mentre sigillavano porte e finestre dei Tibb in sosta, con lamiere di zinco, ribattini e schiuma. Sotto alcuni locomotori parcheggiati, mettevano dei teli agganciati sotto i convogli. Non facevano avvicinare nessuno. Forse partecipavano ad un ballo mascherato. Tutta questa sceneggiata, dicevano, serviva ad impedire che polvere metallica potesse fuoriuscire dai convogli…..

Poi ebbe luogo il vero disastro per la Ferrovia Roma Nord, si voleva assolutamente una morte lenta e indolore. Qualcuno, con la scusa di tutelare gli automobilisti di Civita Castellana, spostò il capolinea per Viterbo a Catalano. Cioè privò gli abitanti di questa ferrovia della stazione, costringendoli ad effettuare circa due chilometri per raggiungere la nuova stazione. La scusa era che il funzionamento delle sbarre ed il passaggio dei treni “rubava” il totale di due minuti alla circolazione.

La divisione della ferrovia in tre tronconi è assurda. Abbiamo la tratta urbana fino a Montebello, poi da Montebello a Catalano, infine da Catalano a Viterbo. Questo “spezzettamento” in tre tronconi disincentiva l’uso del treno. La scusante palesata da qualcuno era ed è che in questa maniera, non esiste più il problema dei ritardi. Cioè se un treno porta un ritardo, il tutto va discapito del viaggiatore, che alla stazione di incrocio non troverà il treno successivo. Il viaggio da Roma a Viterbo di due ore e trentasette minuti correva il rischio di non terminare.

La voce denigratoria che corre nei confronti della ferrovia vuole mettere in risalto la lentezza dei convogli, non considerando, che solo in poche curve con raggio 100 (indicate con 4 fasce bianche sui pali), la velocità scende o scendeva a 45 chilometri l’ora, in condizioni normali, le automotrici possono raggiungere, come riportano, i 60/70 Km. l’ora.

Con l’eventuale realizzazione del doppio binario nella tratta Riano – Magliano Romano si ascoltano le “cantafere” più assurde. Smantellamento delle stazioni in prossimità dei paesi, creazioni di grossi parcheggi di scambio lontano dai centri abitati, vedi Riano. Così la ferrovia diventerà inutilizzabile, specialmente a chi non guida l’automobile, dovrà farsi venire a prendere (vedi studenti).

Con il nuovo orario invernale, consegnato ai sindaci dei paesi interessati dalla ferrovia, tra Viterbo e Catalano, dal 16 settembre 2019 presteranno servizio otto treni all’andata ed otto al ritorno per un totale di 16 corse (Da Viterbo a Catalano: 4.40; 6.21; 8.11; 10.21; 12.21; 14.21;16.21; 18.21. Da Catalano a Viterbo: 6.30; 8.20; 10.30; 12.30; 14.30; 16.30; 18.30; 20.10).

Nel 2013 si poteva contare su ben venti treni tra Civita Castellana a Viterbo (cioè dieci all’andata e dieci al ritorno), di cui cinque diretti Roma Viterbo senza rotture di carico.

Le dicerie sono tantissime, si potrebbe scrivere una enciclopedia, mi fermo qui per non esaurire l’attenzione di chi legge.

E’ grazie al Sindaco di Sant’Oreste, Valentina Pini, che è partita la battaglia per salvare la “nostra” Ferrovia Roma Nord. Il giorno 23 agosto 2019 si è svolta presso il Bunker Soratte un’assemblea pubblica con il Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord, l’Associazione TrasportiAmo e molti cittadini. Grandi assenti, la Regione Lazio ed ATAC. Tale volano ha cominciato a coinvolgere i comuni ubicati lungo la via Flaminia, poi di seguito i paesi della Tuscia: Soriano nel Cimino, Viterbo.

Una plutodemocrazia che ricorda il ventennio, ha impedito che l’incontro del 4 settembre 2019 tra sindaci dei comuni ubicati lungo il tracciato della ferrovia Roma Nord e assessorato regionale del Lazio fosse seguito dal Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord, associazioni interessate al problema e comuni cittadini.

Nelle varie riunioni che si sono susseguite a Sant’Oreste, a Sacrofano, a Rignano Flaminio, la rabbia dei cittadini presenti ha mostrato segni di grave insofferenza. Solo la responsabilità di chi conduceva le assemblee ha riportato la calma nei presenti. Comunque è certo che se continuerà questo grave stato di disagio diretto a rimandare, rimandare, per poi sopprimere, si avranno forti manifestazioni dirette a sensibilizzare la Regione Lazio proprietaria della ferrovia.

Le ultimi notizie che appaiono dagli organi di stampa, oggi 10.09.2019, riportano che a partire dal 16 settembre 2019 ci saranno 17 treni extra urbani in meno, mentre aumentano i bus sostitutivi che da 12 diventeranno 20, troppo pochi per sostituire i treni. La gente comincia a domandarsi: non ci sono soldi, però per i bus si trovano, E poi questa sostituzione a cosa serve se non si sa neanche quando cominceranno i grandi lavori.

La volontà della politica, della Regione Lazio è evidente. Secondo alcuni vogliono togliere un servizio utile ai cittadini, l’importante è risparmiare i soldi per metterli altrove. Magari costruendo nuove strade, facendo aumentare l’inquinamento, oppure dirottare quei soldi sugli enormi costi delle poltrone dei politici.

In data 09.09.2019 una soluzione estremamente interessante l’ha prospettata l’associazione Trasportiamo. Considerato il nuovo decreto sicurezza dell’ANSF dell’ 01/2019, allegato b e le nuove disposizioni ATAC (D.O. 145 e D.O. 146) in vigore dal 5 luglio, onde evitare gli incroci dei treni a Vignanello nella tratta Civita Castellana Viterbo, si è proposto di far scendere i passeggeri provenienti da Viterbo, a Vignanello, per farli poi proseguire sul treno in sosta, in direzione di Civita Castellana.

 

Eppure non si capisce, l’ing. Marco Rettighieri, aveva trovato la soluzione giusta ed economica per migliorare questa ferrovia. Aveva proposto, come raccontano, l’istallazione del dispositivo SSC-Train Stop, cioè il sistema di supporto alla condotta. Con una spesa di cinque milioni euro è stato reso disponibile sulle ferrovie (Appulo Lucane)  tra Bari e Matera e tra Altamura e Gravina. Con cinque milioni di euro si è coperta e messa in sicurezza una tratta di ottantacinque chilometri, cioè simile per lunghezza alla “nostra ferrovia”. Questo sistema è estremamente sicuro poiché controlla in automatico le azioni del macchinista, attuando la frenata di emergenza in caso di errore. Non si parlava di raddoppio di binari, di cavalcavia, di opere faraoniche, che sicuramente mai vedranno la luce, solo di semplici congegni elettronici che avrebbero permesso alla nostra ferrovia di continuare a funzionare. L’ing. Rettighieri fu messo in condizione di andarsene, noi cittadini seguitiamo ad essere presi in giro con promesse reboanti.

Da tutte queste azioni che mirano a sopprimere la ferrovia, ne deriverà un’eterogenesi, da cui “il risultato finale delle azioni umane non dipenderà dall'obiettivo che si pone chi le compie, ma dal modo in cui le condizioni esterne modificheranno tale obiettivo” cioè si avranno conseguenze non volute di azioni intenzionali.

 

ferroviaromanord.altervista.org

 11.09.2019