La ferrovia Roma nord

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309-Discrasia e distopia della Ferrovia Roma Nord

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Pendolari rimasti appiedati a Montebello

 

Un’eventuale soppressione della Roma nord porterebbe allo spopolamento dei paesi della Tuscia”

Discrasia e distopia della Ferrovia Roma Nord

 

di Gianfranco Lelmi

 

 

Prendiamo in considerazione cosa avviene al CO.TRA.L. cioè alla Compagnia Trasporti Laziali, Società per Azioni a Socio Unico della Regione Lazio, cioè dove l’azionista unico è la Regione Lazio.

In un articolo del 4 settembre 2018 viene riportato che a Blera è stato inaugurato il nuovo deposito CO.TRA.L privo di pompa interna per i rifornimenti, comportando un percorso di 40 km per fare il pieno ad ogni mezzo, con una spesa a fondo perduto, stimata intorno al milione di euro annui.

Nel Lazio gli sperperi del CO.TRA.L. sono inauditi. Innumerevoli sono le corse di bus in concorrenza con la ferrovia: basta vedere i collegamenti Viterbo Roma. Anche nei paesi più sconosciuti, vedi Stimigliano, ove esiste un’ottima ferrovia, il CO.TRA.L ha piazzato ben sei bus per Roma. Eppure viene da domandarsi, se gli stessi autobus, senza effettuare mezzi vuoti centinaia di chilometri, non potrebbero collegare piccoli centri sparsi nel Lazio, alle corrispondenti stazioni ferroviarie. Treni e bus non viaggerebbero mezzi vuoti.

 

 

Veniamo ora alla “nostra” Ferrovia Roma Nord. Su un editoriale apparso su “Articolo Uno Lazio”, ove si parla delle ferrovie regionali, viene evidenziato lo stato di disagio e umiliazione dei lavoratori e passeggeri delle ferrovie concesse. Poi soluzione finale: “…..Chissà se ha ancora senso spendere il finanziamento di 300 milioni per le ferrovie concesse…..Oramai bisogna cominciare a pensare per Roma e l’area metropolitana di Roma….” Cioè per risolvere il problema di salute del malato, è meglio eliminarlo.   

Ma esaminiamo ora l’orario della Ferrovia Roma Nord in vigore dal primo luglio al primo settembre 2019.

Praticamente da Montebello (Roma) fino a Catalano, da mezzanotte fino alle ore tredici, non circolano treni; mentre da Viterbo a Catalano, risultano varie interruzione con ben 11 corse sostituite da bus.

Quindi in teoria tutte queste discontinuità dovrebbero essere i presupposti per effettuare i decantati grandi lavori di miglioramento della Ferrovia Roma Nord.

Purtroppo alcuni segnali negativi fanno vedere il futuro nero, nonostante le continue assicurazioni che la ferrovia non sarà smantellata e si provvederà al suo miglioramento. La soppressione continua di corse, i rallentamenti, lo spostamento della Stazione di Civita Castellana a Catalano per i collegamenti con Viterbo, la creazione di tre punti di rottura che di fatto spezzano la ferrovia per comodità del gestore, sono segnali che creano disaffezione nella clientela.

Se molti paesi non vengono abbandonati, lo si deve ai collegamenti ferroviari, una eventuale soppressione della Besenzanica (Ferrovia Roma Nord) creerebbe un danno esiziale e lo spopolamento dei paesi della Tuscia, risulterebbe inarrestabile.  

Visto quanto succede ed è successo in passato con il CO.TRA.L., le continue assicurazioni di inizio lavori a breve da parte dell’attuale proprietario della Ferrovia, possono ritenersi credibili?